Manutentore e attore, Francesco Iorio ha 44 anni, è arrivato in GEST alla fine di aprile di quest’anno. Prima di entrare nella famiglia della tramvia fiorentina, per 24 anni ha indossato un’altra tuta, sempre da manutentore, quella della ex GKN, fino a quando non ha ricevuto una lettera di licenziamento collettivo. Quella tuta è diventata un costume di scena che Francesco, dal 2022, indossa nei teatri di mezza Europa nello spettacolo “𝐼𝑙 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒. 𝑈𝑛 𝑙𝑖𝑏𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜” che nel 2023 ha vinto il Premio Speciale Ubu – meglio conosciuto come Oscar del Teatro -, per raccontare dall’interno la storia di una delle più importanti lotte operaie d’Italia e della fine dell’azienda di Campi Bisenzio che si occupava della realizzazione di componenti destinate alle industrie del settore automobilistico.
“In GEST mi trovo bene, mi sono rimesso in gioco dopo anni difficili”
Manutentore in GKN, manutentore in Gest, ma in ambiti diversi, Francesco è arrivato a far parte della nostra squadra alla fine di aprile. Un nuovo lavoro per lui, che ha una moglie e due figli e che fa il manutentore da quando aveva 17 anni. “Ho sempre lavorato e mi è sempre piaciuto fare questo lavoro” dice. Come ti trovi in Gest dopo tanti anni in un’altra azienda? “Qui ho trovato un bell’ambiente di lavoro, con i nuovi colleghi e i responsabili. Rispetto a prima mi occupo di qualcosa di diverso, sono dedito alla manutenzione dell’infrastruttura tranviaria e degli impianti elettrici. Questo nuovo lavoro è per me stimolante e mi ha consentito di rimettermi in gioco dopo anni difficili, sulla base delle mie competenze”.
L’incontro tra la compagnia Kepler 452 e gli operai: come nasce lo spettacolo
Francesco da due anni fa l’attore non professionista e porta in scena la sua storia e quella di 422 persone che la mattina del 9 luglio 2021 ricevono una lettera in cui c’è scritto: “Non venite al lavoro domani, siete licenziati”. Dopo aver ricevuto la mail, gli operai decidono di occupare. Alla prima imponente manifestazione, con gli operai alla testa del corteo, migliaia di persone sfilano per le strade di Firenze. Tra queste ci sono Enrico Baraldi e Nicola Borghesi della compagnia teatrale bolognese Kepler 452. I due, registi e autori, entrano nel presidio di Campi e restano per oltre un mese con gli operai. Li osservano, restano in disparte, poi iniziano a fare domande, tanto che qualcuno li chiama “quelli della Digos” prima di capire che sono lì per scrivere con loro una performance sulle loro vite da portare sul palco.
Francesco: “La vita della fabbrica va in scena”
I registi scelgono tre persone reali, tre operai, tra cui Francesco, per raccontare la loro storia e quella della vertenza dell’ex GKN, in una performance teatrale. Da quell’esperienza nasce un libro omonimo. La compagnia debutta a Bologna nel 2022 grazie al circuito dell’Arena del Sole. Lo spettacolo è prodotto da ERT. Francesco e i suoi colleghi operai calcano per la prima volta la scena, poi lo faranno almeno altre 70 volte in altrettante repliche in Italia e in Europa. “La prima è stata quasi traumatica – racconta Francesco -. È difficile salire sul palco e parlare della propria vita. In scena ci sono quattro persone, un manutentore, un operaio del montaggio e un’addetta alle pulizie, che raccontano la vita della fabbrica a un attore, con trame intrecciate al Capitale di Marx”. Ciascun personaggio porta una parte che completa le altre, il tutt’uno di un mondo del lavoro nascosto dalle mura dello stabilimento, non senza colpi di scena.
“Il tempo è nostro”. Il monologo
Dalle testimonianze di Francesco condivise con la compagnia, è nato un monologo in cui lui parla del tempo. Un monologo da brividi, che racconta la storia drammatica di un’amicizia nata sul lavoro e che si rinsalda nella condivisione dei luoghi e dei turni, spezzata da una morte inattesa.
La compagnia Kepler 542 si esibisce in Italia, al Festival Internationale Neue Dramatik di Berlino, e poi al Théâtre Les Tanneurs di Bruxelles e nel 2023 vince il Premio Speciale Ubu 2023 per l’attività di ricerca sul campo alla ex-GKN. Il prossimo appuntamento a teatro è a febbraio a Lione. “Non credevo che la nostra storia potesse fare questo percorso. Da operaio non pensi che il teatro possa essere un fattore di rivalsa, tanto da portare in giro anche in Europa la vertenza ed entrare, con questa storia, nell’albo d’oro di uno dei premi più importanti” conclude Francesco.
Chissà se una delle prossime repliche entrerà in un teatro del Fiorentino dove, finora “Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto”, non è ancora arrivato.